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giovedì 21 gennaio 2010

Il Gabinetto del Dottor Caligari (1920)


Un film muto. é incredibile, se pensiamo quanti pregiudizi esistono sui film muti. C'è chi non li guarda perchè "vecchi", e chi dice che tanto sono troppo "noiosi". Eppure questo film ha fatto la storia, per lo meno quella cinematografica. Film simbolo della corrente Espressionista, meglio nota nella pittura, the cabinet of Dr Caligari rappresenta un'intera generazione tedesca stufa e disillusa, dopo che la classe dirigente, a causa della guerra, aveva portato il Paese nel baratro più profondo sia economicamente che psicologicamente. Certo i tempo duri del secondo dopo guerra dovevano ancora arrivare, ma già allora (anni 20 inizio anni 30) non si scherzava tra debito pubblico e inflazione galoppante. Carl Mayer e janowitz ideatori della trama del film, vollero delineare con geniali metafore due figure fondamentali: il popolo oppresso e il potere, pieno della propria superiorità violando ogni diritto umano e libertà. Come avrete già capito la trama è molto attuale. Nel dettaglio la storia si articola in un paesino della Germania dove un imbonitore, durante una fiera, mostra un grande prodigio: un ragazzo che dorme da più di 20 anni,con l'incredibile capacità di svelare il futuro delle persone. Due uomini, che stanno assistendo alla presentazione, decidono di metterlo alla prova: uno di loro chiede quando muorirà e il ragazzo, nonostante sia ad occhi chiusi, risponde "domani". In effetti l'uomo muore e si parte così alla ricerca dell'assasino, fino a che non scopriamo che è lo stesso imbonitore che commissiona gli omicidi al povero ragazzo incosciente, ipnotizzato nel sonno. In conclusione abbiamo giustizia: il mandante viene catturato, anche per il fatto che si scopre che non solo è un criminale ma è anche un pazzo fuori di testa. Il potere assoluto, demagogico e incurante del bisogno del popolo viene quindi definitivamente messo a tacere. Tutto bene fin qui, peccato che nella realtà questa trama non abbia mai trovato la luce in quanto il regista a cui la UFA ( la casa di produzione cinematografica tedesca più importante all'epoca) affido la sceneggiatura a Robert Wiene: direttore che una volta avuto in mano l'intero soggetto ebbe la magnifica idea di ribaltare il tutto; alla fine del film infatti scopriamo che il ragazzo rimasto vivo (il quale nel frattempo aveva cercato in tutti i modo di scoprire cosa era successo all'amico) non è altro che un pazzo rinchiuso in manicomio che si diverte nel tempo libero a raccontare storie poco probabili.Infine come se tutto questo non bastasse scopriamo anche che l'imbonitore non è altro che il medico del manicomio che ha in cura il povero malato. Una volta ancora è il potere ha comandare.Nonostante tutto questo, il film ha serbato comunque qualcosa di molto prezioso: la propria scenografia, quella originale. Uno spazio del tutto inesistente fatto di spigoli, guglie, montagne acuminate da far paura, ombre e angoli acuti dappertutto. Uno spettacolo che non poteva essere realizzato se non in bianco in nero. Tutto questo non solo riesce a cominicare l'angoscia e la disperazione di quei tempi, ma anche uno spirito nuovo, rivoluzionario, che non voleva altro che troncare ciò che i padri gli avevano insegnato.
(Serena)