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sabato 2 gennaio 2010

Hardware (1990)


Per tutti gli amanti del cyberpunk vecchia maniera, cioè quel filone fantascientifico a base di robot, realtà virtuale e innesti elettronici nella fragile carne umana, ecco una pellicola da recuperare via internet su dvd inglese. Trattasi di un cult movie britannico a basso budget ed alto tasso di inventività visiva, esordio di un regista che all'inizio degli anni Novanta si stava muovendo dalla regia di videoclip (memorabili quelli per i Fields of the Nephilim, storica band gothic rock d'Albione) alla realizzazione di lungometraggi politico-fantasy: dopo il debutto, l'apartheid-horror "Dust Devil" e poi.. appena la preproduzione di un adattamento de "L'Isola del Dottor Moreau", sottratto dalle sue mani dai finanziatori dopo quattro giorni di riprese e consegnato al mestierante John Frankenheimer; il risultato è l'ononimo pasticcio con Marlon Brando e Val Kilmer. Comunque, lo sfortunato e talentuoso regista sta mettendo insieme i fondi per un "Hardware 2" prossimamente in arrivo, e allora giustizia sarà fatta.
Intanto ripercorriamo il capostipite in tutta la sua datata gloria vintage: la storia è quella del Mark 13, sofisticato robot da combattimento figlio di un futuro dove la Terra si rosola nell'Apocalisse di una guerra perenne. L'androide giace sparpagliato in mille pezzi nel deserto del Mojave, finché un nomade non lo trova e porta alla città-stato più vicina; comprato da un soldato di passaggio come regalo per la fidanzata scultrice, la macchina scomposta si ridesta e autoassembla nell'appartamento della medesima, iniziando un gioco di gatto e topo dalle conseguenze mortali.
Sulla trama minimale poco da dire, ciò che colpisce è soprattutto il look del film: se i produttori del primo "Terminator" ne avessero affidato la regia a Dario Argento anziché James Cameron, questo sarebbe il risultato; un fantahorror decadente ed europeo, dai colori sgargianti e dalla morale beffarda e disillusa, in luogo della fotografia geometrica e dell'umanesimo ottimista dell'americano Jim. In questo universo, dove sono gli umani la prima minaccia alla loro stessa esistenza, l'ironia macabra abbonda e le divagazioni dalla storia principale si fanno insistenti se non fastidiose. In ogni caso ciò che appunto difetta alla storia è abbondantemente superato nel compartimento visivo (effetti speciali mal invecchiati a parte) e nei cospicui riferimenti alla cultura industrial degli anni Ottanta: sullo schermo tv della protagonista scorrono frammenti di propaganda della setta misterica Psychic Youth del cantante Genesis P.Orridge; Lemmy dei MotorHead e Iggy Pop fulminano con apparizioni brevi e calzanti; la bella colonna sonora incorpora Ministry e P.I.L. Insomma, materiale di prima scelta per qualsiasi fan del genere. E per i registi alle prime armi in cerca di un esempio su come intrattenere con pochi quattrini.

Blasco