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martedì 29 settembre 2009

Videocracy



Tenuto conto della sua concezione della libera diffusione dei pareri, non è irreale ipotizzare un'alzata di telefono da parte del "videocrate" dietro la mancata messa in onda, su Rai e Mediaset, dei trailer legati a questo documentario. Che però farebbe volentieri a meno di cotale, involontario "padrino", in quanto più che sullo stesso si concentra sull'universo mediatico da lui edificato e sulle diverse, mostruose creature che lo popolano. Tutta la prima parte è infatti una carrellata di volti (e non solo) che, dopo umiliazioni di casting accettate con determinazione commovente, eventualmente appaiono sulle sue reti, consentendo la conferma quotidiana del sogno che il Cavaliere ha saputo vendere ad un paese: a condizione di riporre osservazione, (auto)critica e dignità prima di raggiungere Milanello, chiunque può e deve essere una star: non l'educazione migliore per quelli che si suppongono cittadini di una democrazia avanzata. Se poi seguono altre chicche come l'analisi del kitsch berlusconiano e dei vassalli come Corona e Mora che campano sulle croste purulente del sistema, manca però nella seconda parte la forza di penetrare a fondo la patina briosa e incurante prima esposta, emergendo con un discorso e un'osservazione completa sul sistema di valori imposto da Berlusconi e i suoi effetti deleteri per l'Italia.
Più indicato a chi cerchi un'introduzione sommaria al fenomeno (dunque inevitabilmente residente all'estero) che ai nostrani occhi adusi da vent'anni ad un'anomalia così pervasiva. Per i secondi è consigliato il recupero del più centrato "Viva Zapatero".

Trailer:

- in italiano